Questo libro lo lessi per caso e devo dire che mi piacque molto. All’epoca era abbonato ad uno di quei club letterari che ti spediscono ogni due mesi un libro a casa. Quel mese avevo dimenticato di disdire l’offerta ed il postino mi consegnò il pacco. “Anima mundi” di Susanna Tamaro, non prometteva niente di buono, insomma uno appassionato di Stephen King che si trova un romanzo di Susanna Tamaro, niente contro questa brava scrittrice, ma di sicuro era un po’ lontana dal mio genere letterario. Invece no, e così capii che dovevo smettere di seguire sempre lo stesso filone letterario e che sperimentare nuovi generi significava migliorare il viaggio.
“Anima mundi” è la storia di un adolescente, Walter, cresciuto in una famiglia senza amore. Walter conosce Andrea che diventa il suo Virgilio che lo convince a lasciare il suo paesino e trasferirsi a Roma dove inizia una nuova vita che all’inizio sembra un paradiso, ma poi si dimostra vuota e priva di veri sentimenti. Insomma, se ne hai voglia, è un bel libro da leggere.
Il testo che con il quale ho deciso di contaminare il mio romanzo è stato scelto perché, come “Allegria di naufragi” dà una possibilità di ricominciare, ma aggiunge qualcosa in più: il concetto del dolore. Forse si diventa adulti quando si viene contaminati dal dolore, è quest’emozione negativa che dà la svolta tra la fanciullezza, l’adolescenza e la vita da adulti.
Anche chi è cresciuto nel fango, mi sono detto allora, a un determinato momento della sua vita può fare marcia indietro,
può spurgare, purificarsi e tornare all’innocenza originaria. Ma cos’era la purezza originaria?
Forse è solo questo, lo stato in cui ancora non si è toccati dal dolore.
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Sagar dice:
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